Cos’è il Deprogramming?

Con il termine deprogramming si fa riferimento ad azioni che tentano di forzare una persona ad abbandonare una setta religiosa, politica, economica o sociale.

Questa pratica venne introdotta negli USA a partire dagli anni ’70 ma dopo poco più di un decennio, a causa delle forti critiche ed azioni legali intraprese verso i metodi utilizzati, venne abbandonata da molti psicologi. Generalmente, infatti, i metodi e le pratiche utilizzate includono il rapimento dell’adepto e la coercizione. Questo tipo di pratica è solitamente commissionata dai parenti della persona in questione (spesso i genitori) i quali si oppongo alla appartenenza del figlio ad una certa organizzazione o gruppo.

Questa persona viene quindi prelevata contro la sua volontà ed è proprio questo aspetto ad aver scatenato un gran numero di controversie legali concernenti la libertà individuale, la libertà di religione, i diritti civili e il rapimento.

I sostenitori del deprogramming rappresentano, dal altro lato, questa branca della psicologia come un antidoto alle ingannevoli pratiche di conversioni religiose da ciò che loro considerano sette tra cui troviamo, ad esempio, il controllo mentale, il lavaggio del cervello, la persuasione coercitiva.  Costoro infatti considerano il deprogramming come l’ultimo strumento possibile per le famiglie che sentono che la loro persona amata gli è stata portata via.

In genere, una volta rapito, l’adepto viene portato in un luogo segreto e controllato 24 ore su 24, spesso privato della sua privacy anche in bagno. Le finestre vengono sbarrate per prevenire possibili fughe. La procedura continua per giorni e a volte anche per settimane, fino a che la persona si riprende dal controllo mentale della setta.

Non esiste una procedura standard per il deprogramming, ma sono presenti molti studi riguardo le interviste di ex adepti. Di solito i deprogrammers operano con il presupposto che le persone da “deprogrammare” siano vittime del controllo mentale ed è per questo motivo che sostengono che la parte più importante del percorso di liberazione della mente sia quella di convincerle che gli è stato fatto un lavaggio del cervello. Se la persona accetta questa premessa, allora il resto del percorso scorre senza grandi ostacoli.

Sylvia Buford, esperta di deprogramming, descrive cinque stadi della pratica:

  1. Screditare la figura del leader.
  2. Presentare le contraddizioni della sua ideologia.
  3. Momento di rottura grazie al quale il soggetto inizia ad ascoltare il deprogrammer e la realtà inizia a prevaricare l’ideologia.
  4. Self-expression, quando cioè il soggetto inizia ad aprirsi e a lamentarsi della setta.
  5. Identificazione e trasferimento, il soggetto inizia ad identificarsi con il deprogrammer ed inizia a visualizzarsi come oppositore della setta piuttosto che come suo membro.

 

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