La lingua cinese
costituisce una delle lingue più antiche del mondo. Appartiene alla famiglia Han-Zang (sino-tibetana). E' una lingua tonale e monosillabica, anche se le parole del cinese moderno tendono ad essere più bisillabiche rispetto al passato.
La lingua parlata ufficiale oggi in Cina è il dialetto "Putonghua" 普通话
, parlato soprattutto nella Cina settentrionale, ed è uno dei sette dialetti parlati in Cina, oltre allo Wu, parlato a Shanghai, nello Zejiang e nello Jiangsu meridionale; il Xiang, parlato nello Hunan; il Gan dell'Hubei e del Jiangxi; l'Hakka, parlato nel Guangdong, Fujian, Guangxi, Min Sichuan; il cantonese; il min. Questi dialetti a loro volta si evolvono localmente dando origine a lingue minori con differenti pronunce fra loro. La lingua cinese quindi comprende una dozzina di dialetti tutti differenti tra loro. Le minoranze possiedono una lingua propria, come il mongolo, tibetano, il miao, l'uiguro thai, il kazaco. Il mandarino viene insegnato nelle scuole, come prima lingua, e la sua conoscenza è obbligatoria in tutto il paese. Il cantonese è il dialetto maggiormente usato dai cinesi all'estero, a causa delle grandi migrazioni verificatesi soprattutto dalla zona di Canton a causa dell'importanza che riveste la regione di Guangdong nel commercio internazionale.
Prima della del rivoluzione 1911, fino cioè alla fine della dinastia Qing, nelle pubblicazioni ufficiali si ricorreva all'uso della lingua classica, prettamente monosillabica. Nel 1917 si abbandonò la lingua classica per il volgare, il Baihua, che presentava molti vocaboli polisillabici, poichè allungando le parole si limitano i pericoli dell'omofonia.
La lingua cinese prevede in tutto 415 sillabe che possono essere pronunciate in 4 toni diversi. Nella traslitterazione è stato adottato, nel 1958, il Pinyin, un sistema per trascrivere con caratteri latini la pronuncia degli ideogrammi. I 4 toni vengono trascritti sopra le sillabe con i segni: tono continuo; tono ascendente; tono prima discendente poi ascendente; breve discendente.
I toni sono praticamente l'altezza della voce e sono molto importanti perché alterando il tono una di sillaba se ne altera il significato.
Spesso però molte parole sono anche omotone, ovvero hanno lo stesso tono. I caratteri sono circa 56000, ma le parole utilizzate più spesso dai cinesi nella vita quotidiana sono circa 4500.
La lingua cinese parlata non prevede né flessioni dovute alla differenziazione di genere, nè flessioni verbali, (ad esempio per formare il passato si usa un avverbio di tempo e una particella che indica l'azione passata).
Nella lingua scritta si gli utilizzano gli ideogrammi, un sistema di simboli che rendono l'idea degli oggetti o dei verbi che vogliono esprimere. La scrittura cinese deriva dai pittogrammi incisi sulla terracotta, risalenti a 6000 anni fa. Dagli oggetti ritrovati dagli archeologi cinesi si è percepita l'evoluzione dei tratti, da quelli semplici (ritrovati simbolistici a Dawenkou nello a Shandong) a quelli più complessi dell'epoca Yin (1300-1066 ritrovati ad Anyang nello Henan e incisi su ossa di tartarughe e bronzi). Da questi pittogrammi si sono evoluti gradualmente prima gli ideogrammi del cinese tradizionale (ancora tuttora parlato in alcune zone della Cina), che a loro volta si sono evoluti dando vita al cinese semplificato, ovvero quello attualmente in uso.
La definizione di "ideogrammi", in realtà, è molto riduttiva. Volendo darne descrizione una più precisa, gli ideogrammi possono essere definiti: "grafemi", per quanto la riguarda parte loro scritta; morfemi, per il loro significato; fonemi, per la loro pronuncia.
Dopo la fondazione nel 1949 della nuova Cina, il governo ha assegnato molta importanza alla riforma della lingua, cominciando ad attuare la sua semplificazione negli anni '50. Nel 1964, è stato ufficialmente imposto l'uso dei caratteri semplificati, quelli tuttora in uso.
Nella scrittura cinese tradizionalmente vengono riconosciute sei categorie fondamentali, all'interno delle quali si trovano tutti tipi di caratteri:
XIANG XING - Figurative; Rappresentazioni. E' la classe più antica, comprende quelli che sono meglio noti come pittogrammi. Si tratta di rappresentazioni grafiche della realtà.
ZHI SHI - Simboli Indicativi. Sono simboliche rappresentazioni di oggetti, non riproducono direttamente la forma che indicano, ma un concetto
HUI YI - Ideogrammi Composti. Sono gli ideogrammi veri e propri. Nascono dall'unione di due o più semplici caratteri assieme che indicano un nuovo concetto.
XING SHENG - Composti Forma/Suono. Constano di due costitutivi: uno è un carattere omofono che viene preso a prestito per indicare la pronuncia, l'altro è un radicale che individua il senso generale della parola.
ZHUAN ZHU - Prestiti. Solitamente si tratta di prestiti fonetici per cui un carattere viene scritto in modo totalmente identico ad un suo omofono.
JIA JIE - Sinonimi Falsi. Un carattere già esistente viene adottato in un'altra con accezione.
Queste sei classi rappresentano i princìpi su cui si è basata la scrittura cinese fin dall'antichità, il valore di questa teoria però spesso è messo in discussione dagli studiosi.